Le autobiografie dei semicolti: scrittura e lettura nelle memorie di due contadini tra XIX e XX secolo

Autori

  • Lodovica Braida Università di Torino

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2283-9364/22274

Parole chiave:

Autobiografia, Semicolti, Alfabetizzazione, Oralità, Storia della lettura

Abstract

Il saggio mette a confronto due autobiografie nate in contesti rurali tra XIX e XX secolo, per indagare come la scrittura diventi strumento di emancipazione individuale e di costruzione dell’identità. Al centro dell’analisi vi sono le memorie del ligure Raffaele Codino (1836-1912) e quelle del siciliano Vincenzo Rabito (1899-1981). Se sull’autobiografia di Rabito, pubblicata postuma (Terra matta, 2007) esistono numerosi studi, nulla si sapeva finora su due opere di Raffaele Codino, scoperte da Marco Francalanci, che ne ha curato un’edizione con un ricco saggio introduttivo presso l’editore Ronzani (2024). Si tratta di un testo di finzione, Il trasporto del pensiero e di un’Autobiografia della storia della disastrosa vita di Codino Raffaele, pubblicati a sue spese a Savona rispettivamente nel 1905 e nel 1906. L’autobiografia di Codino ripercorre una vita segnata dall’abbandono paterno, dalla povertà e da ostacoli sociali e culturali che gli resero arduo l’accesso all’istruzione. Tuttavia, il testo mostra anche una determinazione costante a emanciparsi attraverso la scrittura, affidata a un italiano incerto e mescolato all’oralità, secondo modalità tipiche dei semicolti. Il trasporto del pensiero, invece, si presenta come un testo di finzione, influenzato da letture di divulgazione scientifica e proto-fantascientifica, che Codino rielabora secondo la propria sensibilità e visione del mondo. Il confronto con l’autobiografia di Rabito, scritta in una lingua orale impastata di “sicilianismi”, mette in luce differenze sostanziali: mentre Codino fa ogni sforzo per imitare la scrittura libresca, Rabito, un “narratore di puro istinto”, trae forza espressiva dall’affabulazione orale. Il suo racconto si carica di una valenza corale nelle pagine in cui ricorda la sua partecipazione, insieme ai “ragazzi del ‘99”, alla prima guerra mondiale. La scrittura diventa per Rabito uno strumento di riscatto personale e generazionale, un modo per dare senso a una vita “maletratata e molto travagliata”.

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Pubblicato

2025-06-25

Come citare

Braida, L. (2025). Le autobiografie dei semicolti: scrittura e lettura nelle memorie di due contadini tra XIX e XX secolo. Bibliothecae.It, 14(1), 184–207. https://doi.org/10.6092/issn.2283-9364/22274

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