Le forme della biblioteca di Vincenzo Viviani

Abstract

Nel 1702 il matematico e ingegnere fiorentino Vincenzo Viviani (1622-1703) firmò le ultime righe di un manoscritto di 234 pagine nelle quali si elencavano i titoli di quasi 2.000 opere nella sua biblioteca personale. Il materiale comprendeva manoscritti, incunaboli e volumi a stampa pubblicati fino al 1702. Dato che Viviani si presentò come l’ultimo discepolo di Galileo Galilei (1564-1643), il suo manoscritto fu consultato successivamente come fonte per identificare le edizioni dei libri presenti nella biblioteca di Galileo. Attraverso l’analisi del mano scritto, della biblioteca digitale della collezione libraria di Viviani creata dal Museo Galileo nel 2021 e di un’edizione del manoscritto presentata in forma tabulare, questo articolo offre una sintesi della biblioteca del discente galileiano e, in modo comparativo, esplora i punti di forza di ciascun tipo di fonte per approfondire la conoscenza dei libri di Viviani e per comprendere meglio questa figura nel ruolo di intellettuale e bibliofilo. Da queste premesse si vuole mostrare come l’approccio comparativo permetta di cogliere attributi e aspetti della biblioteca di Viviani che, altrimenti, non emergerebbero dalle singole rappresentazioni della stessa prese isolatamente. Infine viene uspicata, per i futuri progetti analoghi a quello presentato, l’integrazione tra l’oggetto digitale della fonte primaria e i relativi dati costitutivi, i quali devono essere resi accessibili e disponibili.