I limiti della erudizione

Autori

  • Alfredo Serrai Università di Roma "La Sapienza"

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2283-9364/6113

Parole chiave:

Biblioteca Classense, Santi Muratori, Mariangelo Fiacchi, manoscritto Cam. B. Armadio 2.I, Ravenna

Abstract

L’erudizione trova la sua ragione di esistere nell’accertamento dei fatti, da effettuarsi tramite l’analisi di fonti e documentazione scritta. La scelta stessa dei fatti, tuttavia, è frutto di un’opzione ermeneutica, per cui l’accertamento può risultare esso stesso viziato. Un esempio pratico è dato dal manoscritto Cam. B. Armadio 2.I custodito dalla biblioteca Classense di Ravenna. Al suo interno, il codice ospita un foglietto vergato da Santi Muratori che recita: «Buttar via quel grosso manoscritto che ho intitolato ‘Miscellanea di varia erudizione e Letteratura’». Un’analisi del codice, in gran parte vergato da Mariangelo Fiacchi, bibliotecario del monastero di Classe, rivela che esso è un centone di dissertazioni e commenti con citazioni dai Padri della Chiesa, da Platone e Plotino, e talvolta dalle cantiche dantesche. Il manoscritto, probabilmente destinato alla lettura ad alta voce durante i pasti dei monaci camaldolesi, per i temi trattati e lo spirito argomentativo, testimonia una notevole vivacità intellettuale, rivelandosi un prezioso strumento di conoscenza della comunità monacale camaldolese. Il giudizio di Santi Muratori, sebbene frutto di attenzione e valutazione erudita, è dunque da respingere in quanto dettato da pregiudizi propri dell’epoca.

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Pubblicato

2016-05-04

Come citare

Serrai, A. (2016). I limiti della erudizione. Bibliothecae.It, 5(1), 183–192. https://doi.org/10.6092/issn.2283-9364/6113

Fascicolo

Sezione

Documentazione