Se i bit non bastano: pratiche di conservazione del contesto di origine per gli archivi letterari nativi digitali
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2283-9364/7027Parole chiave:
Digital curation, Digital preservation, Born-digital archiving, Private Papers Archiving, Born-digital literary papersAbstract
Nato nel 2009 per affiancare lo storico Fondo Manoscritti dell’Università di Pavia, PAD - Pavia Archivi Digitali si occupa di acquisire, conservare e rendere accessibili gli archivi nativi digitali di scrittori e giornalisti contemporanei. I fondi fino a oggi acquisiti si sono rivelati molto diversi tra loro, e hanno contribuito via via a precisare e perfezionare le procedure di ingest e la gestione del ciclo di vita dei materiali conservati. Una delle questioni a nostro avviso più importanti riguarda l’analisi preliminare della struttura degli archivi – sia dal punto di vista logico, che informatico – e il colloquio con lo scrittore, a cui viene somministrato un questionario, che si sta rivelando molto utile per comprendere il metodo di lavoro e l’organizzazione dei materiali. Non sono molte le indicazioni che la letteratura offre al riguardo, essendosi quest’ultima prevalentemente occupata di archivi tradizionali o di archivi digitali caratterizzati da una maggiore stabilità di quelli letterari. L’intervento mira a mettere a disposizione della comunità le riflessioni maturate nel corso delle acquisizioni.
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