Biblioteche Sublacensi
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2283-9364/7039Parole chiave:
Incunaboli, Subiaco, De Civitate Dei, Sweynheym, PannartzAbstract
Le cronache di Subiaco non citano Sweynheym e Pannartz, e tale silenzio non trova motivazione, considerando che nelle biblioteche sublacensi si conservavano molte edizioni che i due tedeschi avevano stampato sia a Subiaco che a Roma. Una imprecisa memoria del loro soggiorno la si ha solo a partire dal 1630. Le liste dei manoscritti e degli incunaboli posseduti dalle biblioteche, benché riportino più numerazioni dovute agli accorpamenti dei fondi bibliotecari e ai passaggi di mano, consentono di individuare le edizioni dei due prototipografi. A Subiaco la prima significativa valorizzazione delle raccolte di incunaboli si ebbe tra il 1777 e il 1780 durante il governo di Santa Scolastica dell’abate Giuseppe Giustino Di Costanzo, che donò a Pio VI un esemplare del De Civitate Dei di S. Agostino del 1467 che la biblioteca conservava. Il pontefice ringraziò donando ai monaci un calice d’argento e li favorì in un contenzioso giudiziario. In appendice vengono trascritti i documenti che riguardano i rapporti tra Santa Scolastica e la Sede Pontificia.
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