Una precoce intuizione di Heidegger. Da l’Homme plante al dilemma della musica

Autori

  • Alfredo Serrai già Sapienza Università di Roma

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2283-9364/7707

Parole chiave:

Martin Heidegger, Julien Offray de La Mettrie, Illuminismo, Informatica, Musica

Abstract

Già nel 1957 Martin Heidegger, nel suo saggio intitolato Hebel- der Hausfreund, sottolineava come il linguaggio informatico del computer appiattisse e snaturasse la natura del linguaggio umano, riproducendone solamente le funzioni logico-matematiche a scapito di quelle etiche ed emotivo-sentimentali. Neanche Julien Offray de La Mettrie – che pure nel 1758 teorizzò la figura dell’Homme Machine quale paradigma meccanicistico della mente umana intesa come organizzazione della materia – aveva avanzato l’ipotesi che una macchina potesse riprodurre le proprietà psichiche e le capacità intellettuali dell’uomo. Tale ipotesi viene inficiata da alcune caratteristiche esclusive della specie umana, tra le quali spicca la sensibilità per la musica. 

Riferimenti bibliografici

de La Mettrie 1748 = Julien Offroy de La Mettrie, L’homme machine, À Leyde, de l’imp. d’Elie Luzac, fils., 1748.

Heidegger 1958 = Martin Heidegger, Hebel. Der Hausfreund, Pfullingen, Gunther Neske, 1958.

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Pubblicato

2017-12-29

Come citare

Serrai, A. (2017). Una precoce intuizione di Heidegger. Da l’Homme plante al dilemma della musica. Bibliothecae.It, 6(2), 392–397. https://doi.org/10.6092/issn.2283-9364/7707

Fascicolo

Sezione

Note e discussioni