Periodici e Bibliografia. Uno sguardo dalle biblioteche private

Abstract

I periodici letterari si presentano fin dalle loro origini con una forte connotazione bibliografica, come è ben chiaro dalla famosa prefazione del Journal des savans. La trattatistica bibliografica coeva ha fatto propria tale prospettiva che è stata codificata soprattutto dall’attività di catalogazione delle biblioteche private. In particolare il sistema dei librai parigini ha descritto i periodici come ‘Bibliographi periodici’ e tale definizione è passata nella bibliografia bibliofila attraverso De Bure per arrivare fino alla 3. edizione del Manuel du libraire di Brunet. Sulla base di queste considerazioni, il tema del rapporto tra periodici e bibliografia viene analizzato attraverso la lente delle biblioteche private ed in particolare attraverso la selezione di cataloghi di biblioteche filosofiche consultabili nella banca dati 'Biblioteche filosofiche private in età moderna e contemporanea' <http://picus.unica. it>. Dall’esame di tali cataloghi risulta che, dopo una prima fase in cui è stato adottato senza particolari riserve il sistema dei librai parigini, a partire dai primi dell’800 esso è stato abbandonato, soprattutto in conseguenza dell’aumento dei periodici disciplinari che hanno trovato una collocazione più adeguata nei diversi rami della tavola sistematica. Per effetto di questa separazione dalla Bibliografia, i periodici letterari ed eruditi sono stati inseriti nella categoria della Historia Litteraria, oppure in una classe apposita, esterna allo schema metodico e caratterizzata in senso formale. È rimasta all’interno della voce 'Bibliografia' solo una selezione molto ridotta di titoli il cui contenuto è strettamente bibliografico e ha esso stesso valenza disciplinare.